Fantastici via vai fra i sentieri della Val Taleggio

Allacciate gli scarponi, iniziate a camminare verso luoghi nascosti e lasciatevi trasportare dalla fantasia.


Illustrazioni di Daniela Giarratana

 

50 di 150 copie
Prezzo: 13,00 (Iva Inclusa)

Disponibile

Dettaglio

Obiettivo Prevendita

50 Copie

Termine Prevendita

30 Aprile 2025

Consegna Prevista

Maggio 2025

Info Autore

Simone Arrigoni

Simone Arrigoni

Simone Arrigoni vive da sempre in un piccolo paesino di sole 15 anime in cima alla Val Taleggio (Bergamo). Il silenzio dei boschi, i colori dei prati, l'eleganza delle montagne, le due piccole figlie curiose di nuovi racconti e un amico di vecchia data lo hanno convinto a scrivere qualcosa su quei luoghi magici.

Sinossi

Tra boschi incantati e antiche leggende, le fiabe della Val Taleggio sussurrano storie di natura, magia e meraviglia.

Un viaggio nel cuore della montagna, dove ogni racconto è come un riflesso di luce che attraversa il tempo.

Anteprima

LUCIA E I FOLLETTI DEI CRISTALLI DI NEVE

Era l’ultimo giorno delle vacanze di Natale. Da un po’ di anni non si vedeva più un fiocco di neve ad Avolasio. Questo era il nome del paese dove viveva Lucia, una bimba vispa e molto allegra. Lucia si svegliò presto quella mattina perché voleva fare una bella passeggiata con la mamma e, visto che abitavano in un piccolo paesino tra le montagne della Val Taleggio, proprio fuori casa partiva subito un sentiero che conduceva nel bosco.
Dopo aver fatto colazione, Lucia e la mamma si incamminarono lentamente, godendosi l’aria fresca del mattino. Tutto d’un tratto Lucia chiese alla mamma:
– Mamma perché non nevica più? –
La mamma si fermò un attimo a pensare e poi rispose:
– Noi uomini col nostro egoismo siamo stati capaci di far sparire anche la neve. –
– Perché mamma? Cosa vuoi dire con questo? –
– Lo scoprirai quando sarai più grande, adesso sei troppo piccola per farti spiegarti questa triste storia. –
Poi continuarono la loro passeggiata senza più pensarci.
Passate alcune ore la mamma, quando si accorse che era quasi mezzogiorno, si rincamminò verso casa per preparare il pranzo. Lucia invece rimase ancora un po’ nel bosco, nell’attesa di scorgere qualche animale.
Tutt’un tratto sentì un boato. Un albero poco distante si spezzò e crollò a terra. Si trattava di un enorme faggio alto quasi cento metri. Lucia si avvicinò e vide un gran trambusto. Un andirivieni di piccoli ometti impauriti, perché proprio nel tronco di quell’albero caduto c’era la loro casa.
Lucia allora si fece coraggio, perché anche lei aveva un po’ di paura, si avvicinò e con un filo di voce disse:
– Ciao, chi siete? –
Uno di loro, di nome Tintos, rispose:
– Ciao, siamo i Folletti dei cristalli di neve e viviamo in questo albero caduto da più di mille e mille anni. Tu chi sei invece? E che ci fai qui? –
– Non dovete aver paura di me. Stavo passeggiando nel bosco quando ho sentito un gran rumore, allora mi sono avvicinata per capire cosa fosse successo. Ma perché vi chiamate “Folletti dei cristalli di neve”? –
– Devi sapere Lucia, che noi, fino a pochi anni, fa eravamo i custodi dei fiocchi di neve. Ad ogni inverno li facevamo volare in cielo come coriandoli, era un gran gioia, per noi, per tutti i bambini e talvolta per qualche adulto, ma ora purtroppo non più…-
Lucia corrucciò il viso e domandò al piccolo folletto:
– Ma perché adesso non li lanciate più i fiocchi di neve? –
– Gli uomini sono diventati così pieni di tante cose da fare che adesso la neve, a loro, dà solo fastidio. Così, di anno in anno, hanno fatto svanire tutta la magia della neve che cade. Ma basterebbe poco per riuscire a farci tornare ancora al nostro amato lavoro. –
Lucia sempre più stranita rispose:
– Cosa potrebbe servire per far tornare la neve? –
– Beh, servirebbe che la gente si lasci trasportare dalla magia che solo la neve sa dare, ma ormai… –
– Ormai cosa? –
Ormai anche noi dovremo andarcene da qui, la nostra casa è semidistrutta e il nostro lavoro adesso non interessa più a nessuno. Come ti dicevo, la neve adesso è solo un problema. Devi sapere che anche i nostri cugini Folletti degli abeti, qualche anno fa se ne andarono su un altro pianeta lontano, dopo che la tempesta Vaia aveva distrutto tutto ciò che avevano. Potremmo andare anche noi con loro. –
Lucia turbata da queste parole se ne andò via di corsa verso casa, con gli occhi pieni di lacrime per la tristezza di non poter vedere mai più un fiocco di neve cadere dal cielo.
Appena entrata in casa cercò di raccontare tutto alla mamma, ma lei, indaffarata nei suoi mestieri, non le diede ascolto. Conoscendola sapeva della sua gran fantasia nell’inventare delle storie. Lucia andò allora nell’orto vicino casa, dove suo papà stava sistemando il terreno per la semina della prossima primavera. Provò a raccontare anche al papà tutto quanto le era accaduto. Lui si fermò un attimo dai suoi impegni e si mise in ascolto della piccola Lucia. Quando finì di raccontare tutto, Lucia si aspettava una risposta di consenso, ma anche lui si rimise al lavoro senza darle troppo corda.
Così Lucia entrò in casa, prese il cellulare della mamma e scappò via nel bosco, per ritornare dai folletti. Arrivata da loro incominciò a fotografare tutto l’andirivieni dei folletti agitati. Infine, rivide Tintos e scattò una foto anche a lui.
Tintos allora domandò a Lucia:
– Vedo che stai fotografando tutto il nostro trambusto, cosa pensi di ottenere così? –
– Porterò le foto a casa e le farò vedere ai miei genitori, così dovranno credere a tutto ciò che gli ho raccontato poco fa! – rispose lei.
– Penso sia tutto vano, perché nelle fotografie non appariamo mai, diventiamo come invisibili. Tu hai mai visto la foto di un folletto? –
– Beh, pensandoci bene… no. –
– Noi siamo visibili solo a chi crede nella nostra esistenza, nella nostra magia, e ormai sono rimasti in pochi a vederci su questa Terra. Tu Lucia sei una di quelli. Adesso la Magia dei cristalli di neve verrà custodita nel tuo cuore e nelle tue mani, se un giorno tornerà a nevicare sarà tutto merito tuo. –
– E cosa dovrei fare io per far sì che torni a nevicare? –
Allora Tintos frugò e frugò nelle sue grandi tasche, finché tirò fuori un piccolo sacchetto fatto di foglie. Lo diede a Lucia e poi le disse:
– Qui è custodito l’ultimo cristallo di neve, il giorno del tuo decimo compleanno, apri il sacchetto e fallo vedere ai tuoi genitori. Se anche a solo uno di loro scenderà una lacrima nel vedere il tuo magico segreto, l’incantesimo dei fiocchi di neve tornerà ancora, come anni fa. –
Così Lucia prese il sacchettino, salutò Tintos, sicura di non rivederlo mai più, e tornò tristemente verso casa.
Papà e mamma non si erano accorti della sua assenza e allora Lucia rimise il cellulare sul davanzale della finestra, in sala da pranzo, e nascose il sacchettino magico in camera sua.

Passò qualche anno, ancora senza veder cadere un fiocco di neve, in quel di Avolasio.
Arrivò così il giorno del decimo compleanno di Lucia. Durante il suo festeggiamento, Lucia chiese un attimo di attenzione ai propri genitori. Prese il sacchettino magico, che aveva custodito segretamente fino ad allora, e lo aprì per la prima volta davanti a loro. Ne uscì in volo un cristallo di neve brillantissimo, che illuminò tutta la stanza. Si posò sulla mano del papà, senza sciogliersi nonostante il calore. Incredulo ai suoi occhi si mise a piangere dalla gioia e con lui anche la mamma e poi Lucia. Le loro lacrime, nel vederne uno dopo tanto tempo, caddero sul cristallo di neve fino a farlo sciogliere. Infine, dopo aver festeggiato il compleanno, se ne andarono tutti a letto, felici ed emozionati per quello che avevano visto.
La mattina seguente Lucia si svegliò, entrava un bagliore accecante dalla finestra di camera sua. Si affacciò. Come per magia, tutto fuori casa era coperto da un candido manto bianco. Lucia aprì la finestra per sentire quel profumo che solo la neve ha. Sul davanzale trovò un cappellino bianco con un piccolo biglietto con scritto:
“Cara Lucia, grazie!! La magia della neve è tornata e con essa anche noi, ci trovi sempre lì, dove ci siamo visti tanto tempo fa. Quando vuoi venire a trovarci sei la benvenuta.
Un abbraccio Tintos.”
Lucia allora corse subito fuori casa, prese una vecchia slitta di legno che papà custodiva in cantina, e andò nel bosco dai suoi nuovi amici folletti.
Fecero una gran festa, lanciando migliaia di cristalli di neve nel cielo, ricoprendo tutta la valle di un soffice mantello bianco. E rimasero amici per sempre.

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